IALURONIDASI | Cos’è, come funziona e come si usa nei trattamenti estetici

La ialuronidasi è un enzima versatile, utilizzato per modulare i filler e correggere imperfezioni. Scopriamo come funziona, quando si usa e i suoi possibili rischi.

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Ialuronidasi è uno di quei termini che si sentono spesso citare nel mondo della medicina estetica, soprattutto quando si parla di filler, e il cui significato può sembrare all’apparenza complicato. La sua funzione è però chiara e semplice, si tratta infatti di un enzima che può fare la differenza in molte situazioni: dai piccoli ritocchi per perfezionare un trattamento, alla risoluzione di complicanze più serie. In altre parole, è il “piano B” che rende ogni procedura estetica più sicura e personalizzabile.

Questo enzima agisce sciogliendo l’acido ialuronico in modo rapido ed efficace, consentendo di modulare o annullare del tutto i risultati dei filler. È un supporto fondamentale per pazienti e professionisti del settore, soprattutto quando si vuole ottenere un effetto naturale o risolvere imprevisti.

Vediamo quindi insieme come funziona, quando viene utilizzata e quali aspetti considerare prima di sottoporsi a un trattamento con ialuronidasi, per avere una visione chiara e consapevole di questo enzima così utile ed efficace.

Che cos’è la ialuronidasi?

Come detto la ialuronidasi è un enzima naturale che svolge un ruolo fondamentale nel nostro corpo, nel quale è naturalmente presente, dove si occupa di degradare l’acido ialuronico, una molecola responsabile dell’idratazione e dell’elasticità della pelle. È quindi grazie alla presenza di ialuronidasi che il corpo riesce a mantenere un equilibrio nei tessuti, evitando accumuli eccessivi di acido ialuronico.

In medicina estetica, la ialuronidasi viene utilizzata in una forma prodotta sinteticamente o, ormai sempre meno comunemente, estratta da fonti naturali come i testicoli dei bovini, per correggere o modulare i risultati dei filler a base di acido ialuronico. Quando viene iniettata, agisce rompendo i legami tra le molecole di acido ialuronico, permettendone una rapida eliminazione, e questo processo è particolarmente utile in caso di piccoli ritocchi, per perfezionare il risultato finale, o per affrontare situazioni più complesse, come un’eccessiva quantità di filler o un filler mal posizionato.

La sua efficacia dipende da diversi fattori, come la densità e la struttura del filler da trattare, ad esempio, filler più compatti richiedono una maggiore quantità di ialuronidasi per essere dissolti, mentre quelli più morbidi rispondono più rapidamente. Oltre al settore estetico, la ialuronidasi trova applicazioni anche in medicina generale, dove viene utilizzata per facilitare l’assorbimento di farmaci iniettati nei tessuti o per trattare condizioni come edemi localizzati. Tuttavia, la sua popolarità è legata soprattutto alla sua capacità di “aggiustare” trattamenti estetici, rendendola uno strumento indispensabile per garantire risultati armoniosi e sicuri.

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Ialuronidasi: Come funziona e quando si usa

Come abbiamo visto la ialuronidasi agisce degradando l’acido ialuronico presente nei filler dermici o, in alcuni casi, naturalmente presente nei tessuti. Il suo meccanismo è semplice quanto efficace: rompe i legami chimici che tengono insieme le molecole di acido ialuronico, frammentandole in parti più piccole che vengono facilmente riassorbite dal corpo e questa capacità la rende un enzima particolarmente utile per intervenire su trattamenti estetici che necessitano di correzioni o perfezionamenti.

Nel contesto della medicina estetica, la ialuronidasi è indispensabile quando i risultati dei filler non sono quelli desiderati o quando si verificano complicanze. Può essere usata per eliminare volumi eccessivi, correggere asimmetrie o risolvere problematiche più serie, come l’occlusione di un vaso sanguigno. Quest’ultima è una complicanza rara, ma potenzialmente pericolosa, che richiede un intervento immediato per ripristinare il flusso sanguigno e prevenire danni ai tessuti. La velocità con cui la ialuronidasi agisce in questi casi è uno dei suoi maggiori punti di forza, rendendola un’opzione sicura ed efficace nelle mani di un professionista.

Un altro utilizzo molto frequente è il perfezionamento dei risultati estetici. Può capitare, ad esempio, che un filler appaia troppo evidente o che i contorni risultino poco armoniosi. In questi casi, la ialuronidasi permette di modulare l’effetto del trattamento, restituendo un aspetto più naturale e bilanciato. La sua capacità di intervenire in modo mirato è particolarmente apprezzata per trattare aree delicate come labbra, zigomi e contorno occhi, dove i dettagli fanno ancora più la differenza.

Ovviamente l’uso della ialuronidasi labbra o in altre zone richiede grande competenza e professionalità, dato che una dose errata o un’applicazione non corretta può portare alla degradazione dell’acido ialuronico naturale del corpo, con effetti estetici indesiderati. Per questo motivo, viene sempre somministrata da professionisti esperti, che sanno come dosarla in base al tipo di filler, alla zona da trattare e alle esigenze specifiche del paziente.

Ialuronidasi labbra

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Ialuronidasi labbra: ecco come avviene step by step

Le labbra sono una delle aree più comuni in cui viene utilizzata la ialuronidasi e come abbiamo visto questo enzima è particolarmente utile per correggere risultati insoddisfacenti, come un volume eccessivo, asimmetrie o noduli, derivanti dai filler a base di acido ialuronico. La procedura per il trattamento delle labbra è studiata per garantire precisione e sicurezza, ed ecco come si svolge.

La prima fase consiste in una consulenza approfondita con il professionista, che valuta il tipo e la quantità di filler presente, oltre a discutere gli obiettivi del trattamento. Si decide se eliminare completamente il filler o se ridurlo parzialmente per ottenere un risultato più naturale e armonioso.

Prima di procedere, viene eseguito un test cutaneo per escludere reazioni allergiche alla ialuronidasi. Questa precauzione riduce al minimo i rischi e garantisce che il trattamento possa essere effettuato in tutta sicurezza.

Una volta confermata l’idoneità al trattamento, l’area delle labbra viene detersa e disinfettata accuratamente. In alcuni casi, il medico può applicare prima di iniettare la ialuronidasi, crema anestetica per ridurre al minimo eventuali fastidi. Successivamente, la ialuronidasi viene quindi iniettata in modo mirato con un ago sottile, calibrando attentamente la quantità necessaria per dissolvere il filler nelle aree interessate.

L’enzima agisce rapidamente, e i primi risultati sono visibili già dopo poche ore, tuttavia, il professionista potrebbe richiedere un controllo nei giorni successivi per verificare l’efficacia del trattamento e, se necessario, intervenire nuovamente per perfezionare il risultato.

Dopo il trattamento, è normale avvertire un leggero gonfiore o rossore, che tende a scomparire nel giro di breve tempo. È importante seguire alcune indicazioni post-trattamento, come evitare l’esposizione a fonti di calore intenso e idratare adeguatamente la zona.

Grazie alla ialuronidasi, è possibile correggere o modulare i filler nelle labbra, ripristinando un equilibrio naturale e armonioso, con una procedura sicura, che però deve essere sempre affidata a mani esperte per garantire un risultato ottimale.

 

Ialuronidasi: rischi e controindicazioni

La ialuronidasi è generalmente considerata un trattamento sicuro ed efficace, ma come ogni procedura medica, non è esente da rischi e controindicazioni, e uno dei rischi principali legati alla ialuronidasi è la possibilità di reazioni allergiche. Sebbene rare, possono manifestarsi in forma lieve, con rossore o prurito localizzato, oppure in casi estremamente rari, con reazioni sistemiche più serie come gonfiore diffuso, tachicardia o difficoltà respiratorie. Per ridurre al minimo questi rischi, è buona pratica eseguire, come abbiamo visto parlando della ialuronidasi labbra, un test cutaneo preliminare, che permette di verificare la tolleranza del paziente all’enzima, anche se il test non è sempre in grado di prevedere reazioni allergiche ritardate.

Un altro effetto collaterale, sebbene temporaneo, è il possibile gonfiore o arrossamento nella zona trattata subito dopo l’iniezione. Questi sintomi sono generalmente di breve durata e si risolvono spontaneamente nel giro di poche ore o giorni. In alcuni casi, i pazienti possono avvertire una leggera sensazione di bruciore o fastidio durante la somministrazione, ma anche questo tende a scomparire rapidamente.

Quando si parla di ialuronidasi, conseguenze critiche da considerare sono legate alla possibilità che questo enzima degradi non solo il filler iniettato, ma anche l’acido ialuronico naturalmente presente nei tessuti. Questo può portare a una perdita di volume o a un aspetto più scarno nella zona trattata, soprattutto se l’enzima non viene dosato correttamente. Come detto in precedenza quindi è fondamentale affidarsi a professionisti esperti, in grado di calibrare il trattamento in base alle specifiche esigenze del paziente e alle caratteristiche del filler utilizzato.

In definitiva, i rischi associati alla ialuronidasi sono limitati e gestibili, a patto che il trattamento venga eseguito con la dovuta attenzione e competenza. La sicurezza dell’enzima, unita alla sua efficacia, lo rende un’opzione preziosa nella medicina estetica, ma come per ogni procedura, la scelta di affidarsi a un professionista qualificato è il passo più importante per ottenere risultati ottimali senza sorprese.

La ialuronidasi quindi è una risorsa indispensabile per chi desidera avere pieno controllo sui risultati dei trattamenti estetici. Grazie alla sua capacità di correggere, modulare e perfezionare, offre una sicurezza in più sia per chi sceglie un filler sia per i professionisti che lo somministrano. Naturalmente, il suo utilizzo richiede esperienza e attenzione, ma nelle mani giuste diventa uno strumento che garantisce armonia e naturalezza nei risultati. Che si tratti di un piccolo ritocco o di una correzione più importante, la ialuronidasi è una soluzione che valorizza al massimo il potenziale della medicina estetica.

Redazione Trucchi.tv💄


Fonti utilizzate

https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC7398804/

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