TENSIOATTIVI SHAMPOO | Cosa sono? A cosa servono?

Conosciamo meglio i componenti dei prodotti che usiamo quotidianamente per la nostra bellezza: cosa sono i tensioattivi e a cosa servono?

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Scegliere shampoo e balsamo può sembrare facile, eppure quando ci troviamo davanti agli scaffali della nostra profumeria di fiducia spesso rimaniamo spiazzate di fronte alla vastissima scelta di prodotti proposti. Ci sono infatti shampoo specifici per capelli ricci e altri per capelli lisci, per capelli tinti oppure pensati appositamente per le chiome delicate, prodotti che promettono idratazione e nutrimento e altri che invece garantiscono un effetto purificante. Senza pensare, poi, ai numerosi ingredienti aggiuntivi, che vanno dagli oli naturali agli estratti di erbe, fiori e frutti! Insomma, una scelta tutt’altro che banale, che però forse potrebbe diventare più semplice conoscendo alcuni punti fermi sui principali componenti delle formule di shampoo e balsamo, come ad esempio i tensioattivi. Non vi preoccupate: non è necessaria una laurea in chimica!

Cosa sono i tensioattivi e a cosa servono?

I tensioattivi sono tra i componenti principali di shampoo e balsamo: si tratta infatti di molecole utilizzate in cosmetologia per la detersione e la pulizia, che determinano il distacco di grasso e sporco dall’acqua. Hanno infatti una doppia natura:

  • una parte idrofila che ha affinità con l’acqua, generalmente costituita da una testa idrofila detta polare;
  • una parte lipofila, che ha affinità con i grassi e che è costituita da una catena di atomi di carbonio di lunghezza variabile.

La loro particolarità è quella di organizzarsi in micelle, cioè molecole che riescono ad intrappolare lo sporco e il grasso che in questo caso sono presenti sulla superficie dei capelli, che poi vengono sciacquate via. I tensioattivi possono essere sostanze di origine naturale oppure prodotte per sintesi chimica e sono estremamente diffusi nei prodotti di uso quotidiano, non solo per la bellezza e la cura della persona, ma anche per la pulizia e l’igiene degli ambienti e nei farmaci, tanto per fare qualche esempio. I motivi della loro diffusione sono semplici da individuare: grazie alla loro capacità di rimuovere lo sporco e di bloccare la diffusione dei batteri hanno un campo di utilizzo davvero vasto, in più sono abbastanza economici da produrre. Ma non è tutto oro quello che luccica: come vedremo, alcune tipologie di tensioattivi – se usate frequentemente e in grandi quantità – non fanno bene né all’ambiente né alla nostra salute.


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L’azione dei tensioattivi in ambito cosmetico

Come abbiamo visto, i tensioattivi sono molecole con proprietà idrofile e lipofile e questo permette loro di svolgere alcune azioni:

  • diminuiscono la tensione superficiale dell’acqua, favorendone la permeabilità nei tessuti;
  • rendono più semplice l’eliminazione dello sporco;
  • aumentano la capacità di mescolarsi di sostanze acquose e oleose;
  • contribuiscono a dissolvere i batteri;
  • diminuiscono l’elettrostaticità (anche quella dei capelli).

Per tutti questi motivi, oltre al fatto di essere piuttosto economici, sono largamente usati in ambito cosmetico come ingredienti importanti di shampoo, balsami, bagnoschiuma, detergenti e creme.

Le diverse tipologie di tensioattivi

Non esiste una sola tipologia di tensioattivi. In base alle loro caratteristiche li possiamo suddividere in:

  • tensioattivi ionici, che hanno cioè una carica elettrica. Li possiamo ulteriormente suddividere in tensioattivi anionici, cioè con una carica negativa, e cationici, che hanno invece una carica positiva;
  • tensioattivi non ionici, che non presentano alcune carica elettrica. Hanno una buona capacità detergente, una buona resa come emulsionanti e sono poco schiumogeni;
  • tensioattivi anfoteri o zwitterionici, abbastanza schiumogeni ma non molto lavanti. La loro carica può variare da positiva a negativa in base all’ambiente in cui si trovano.

Tensioattivi shampoo cosa sono e cosa sapere

Alla scoperta dei tensioattivi ionici

I più usati in ambito cosmetico sono i tensioattivi anionici e cationici: cerchiamo di conoscerli meglio.

Tensioattivi anionici, come vengono utilizzati

I tensioattivi anionici sono generalmente conosciuti come saponi: hanno un’alta capacità bagnante ed emulsionante, sciolgono la sporcizia e detergono bene, anche se la loro azione può essere più o meno incisiva a seconda del tensioattivo utilizzato. Vengono largamente usati negli shampoo, ma anche in altri tipi di cosmetici. I più utilizzato sono:

  • Sles (Sodium Laureth Sulfate), molto usato nei bagnoschiuma;
  • Sls (Sodium Lauryl Sulfate), piuttosto aggressivo, soprattutto se usato da solo.

Non tutti i tensioattivi anionici sono inquinanti o aggressivi per la pelle come generalmente si ritiene: ci sono alcune sottocategorie di saponi e saponi modificati che risultano delicati sulla pelle e biodegradabili. In generale bisogna quindi fare una distinzione tra tensioattivi naturali e di derivazione sintetica (che di solito – nel caso degli Sles – si possono individuare dalla desinenza in -th del loro nome, come i vari sodium coceth sulfate, sodium pareth sulfate, magnesium laureth sulfate e così via).

Saponi e saponi modificati, i tensioattivi anionici delicati

I saponi sono molto conosciuti e fanno parte della nostra quotidianità. Anche nel caso di prodotti totalmente naturali e biodegradabili, però, possono purtroppo alterare il ph della pelle e quindi, a lungo andare, indebolirla. I saponi modificati sono anch’essi biodegradabili e risultano meno aggressivi per la pelle, anche se a volte a farne le spese è il potere lavante. Tra questi elementi possiamo ricordare:

  • Lipoproteine (ad esempio Potassium olivoyl hydrolyzed oat protein);
  • Acilglutammati (ad esempio Disodium cocoyl glutamate);
  • Sarcosinati (ad esempio Sodium Lauroyl Sarcosinate);
  • Sulfosuccinati (ad esempio Disodium Lauryl Sulfosuccinate), con un’ottima compatibilità cutanea e che per questo spesso vengono utilizzati per mitigare l’azione di altri tensioattivi anionici più aggressivi.

Questi componenti, chiamati etero-saponi, possono essere usati sia nell’ambito cosmetico convenzionale sia nella cosmesi biologica.

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I tensioattivi cationici: caratteristiche e usi

I tensioattivi cationi sono formati da sali, in particolare da sali di ammonio quaternari. Hanno un alto potere bagnante, ma hanno un basso potere lavante e schiumogeno quindi sono meno efficaci come detergenti. Hanno invece un buon potere condizionante e per questo motivo vengono usati principalmente in balsami e maschere per capelli. Sono rinomate anche le loro proprietà elettrostatiche, che permettono di eliminare le cariche negative presenti sui capelli, rendendoli più pettinabili. Anche in questo caso, molti tensioattivi cationici (tra cui possiamo ricordare ad esempio il cetrimonium chloride, molto diffuso nei balsami) non sono biodegradabili e danneggiano l’ambiente, mentre altri, come l’esterquat, risultano meno dannosi.


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E i tensioattivi non ionici?

I tensioattivi non ionici sono particolarmente delicati e per questo motivo vengono spesso usati nei prodotti destinati ai bambini e a volte abbinati ad altri tensioattivi per mitigarne l’aggressività.
Anche in questa categoria, comunque, possono esserci sostanze più o meno irritanti ed inquinanti.
I più delicati e biodegradabili sono gli alchil glucosidi, mentre tra i più utilizzati troviamo:

  • Coco-glucoside;
  • Lauryl glucoside;
  • Decyl glucoside;
  • Esteri del saccarosio come Sucrose laurate e Sucrose tristearate.

Altri sono meno biodegradabili e più irritanti, come:

  • Alcoli etossilati (ad esempio laureth 20);
  • Derivati del sorbitolo (ad esempio polysorbate 40);
  • PEG (ad esempio PEG 150 distearate);
  • Alcanolammidi (ad esempio cocamide dea, cocamide tea).

I tensioattivi anfoteri, di cosa si tratta

Nei tensioattivi anfoteri le cariche positive e negative sono in equilibrio tra loro, quindi il loro comportamento dipende dall’ambiente in cui si trovano, se acido o basico. Sono piuttosto schiumogeni ma non molto lavanti; usati da soli risultano aggressivi, quindi vengono spesso usati in combinazione con tensioattivi anionici per aumentarne la viscosità, ridurne l’aggressività e incentivare l’azione antimicrobica. Gli anfoteri più usati sono:

  • le betaine (Cocamidopropyl betaine, Dodecyl-betaine, Lauromidopropyl betaine), molto schiumogene ma non molto lavanti, che però mitigano l’aggressività dei tensioattivi anionici;
  • gli anfocetati (alchilanfoacetati come il disodium lauroanphodiacetate e tutti quelli con desinenza in -ate), ben tollerati dalla pelle e usati spesso in combinazione con tensioattivi cationici.

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I tensioattivi sono dannosi per la salute?

Sulla pericolosità dei tensioattivi chimici i pareri degli esperti sono discordanti: alcuni negano che siano dannosi per l’ambiente e per la nostra salute, altri invece li ritengono potenzialmente tossici sia per l’uno che per l’altra. Soprattutto per l’ambiente, i danni avverrebbero sia nella fase di produzione, in cui gli scarti dei petrolati potrebbero finire nel suolo e nelle falde, sia nel momento in cui vengono usati e immessi nell’ambiente con gli scarichi, causando inquinamento, squilibri ambientali e danneggiando l’ecosistema marino. Diverso il discorso per i tensioattivi naturali, anche se anch’essi vengono spesso sottoposti a lavorazioni chimiche che possono avere un impatto ambientale.

Per quanto riguarda la nostra salute, invece, il pericolo maggiore viene dall’aggressività di alcuni tensioattivi anionici, che tendono a seccare eccessivamente la pelle. Attenzione anche a quelli che si trovano nei detersivi, che possono comunque irritare la cute arrivando, sul lungo periodo, ad aumentare la sensibilità della pelle e a provocare dermatiti e irritazioni.

Speriamo che questo argomento un po’ complicato sia ora più chiaro. Avete dubbi o domande? Fatecelo sapere sui nostri canali social!

Redazione Trucchi.tv 💄

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