ACIDO LATTICO | Cos’è e come smaltirlo dopo l’Allenamento

Durante l'esercizio intenso, l'acido lattico si trasforma immediatamente in lattato, una molecola fondamentale per il metabolismo energetico muscolare. Scopriamo il suo ruolo, sfatiamo i falsi miti e capiamo come ottimizzare il recupero post-allenamento.

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L’acido lattico è una molecola prodotta durante l’esercizio fisico intenso che, nel nostro corpo, si trasforma immediatamente in lattato rilasciando ioni idrogeno. Spesso erroneamente accusato di causare dolore muscolare, il lattato gioca in realtà un ruolo fondamentale e complesso nel metabolismo energetico, soprattutto per chi pratica sport o esercizio fisico regolare.

Il metabolismo del lattato è parte integrante dei meccanismi che il nostro corpo utilizza per produrre energia, specialmente durante le attività intense e capire a fondo questi processi è essenziale per sfatare falsi miti e migliorare le proprie prestazioni atletiche. Per questo motivo vedremo insieme i meccanismi che portano alla produzione dell’acido lattico, il suo ruolo come fonte di energia e le strategie per gestire efficacemente l’allenamento intenso. Fondamentale è anche distinguere tra il normale accumulo di lattato durante l’esercizio e l’acidosi lattica, una condizione medica seria che richiede attenzione immediata.

Acido Lattico: Cos’è

Durante l’attività fisica intensa, specialmente quando l’ossigeno scarseggia, il nostro corpo attiva il metabolismo anaerobico per produrre energia rapidamente, e che è uno dei tre meccanismi che usa il nostro corpo per produrre energia. In questo processo, il glucosio viene scomposto producendo una sostanza chiamata piruvato. In condizioni di limitata disponibilità di ossigeno, il piruvato si trasforma in acido lattico, che si dissocia immediatamente in lattato e ioni idrogeno.
Questa distinzione è fondamentale: mentre l’acido lattico esiste solo per un istante, è il lattato ad accumularsi nei muscoli e nel sangue. È l’aumento degli ioni idrogeno, non il lattato, a causare l’acidificazione muscolare e la conseguente sensazione di bruciore durante l’esercizio intenso. È importante notare che né l’acido lattico né il lattato sono responsabili del DOMS (dall’inglese Delayed Onset Muscle Soreness), il caratteristico dolore muscolare che compare nei giorni successivi all’allenamento, come ad esempio il dolore ai muscoli delle gambe senza sforzo.
Il lattato prodotto non è un “prodotto di scarto” come si credeva in passato, ma una preziosa fonte di energia. Attraverso il ciclo di Cori, viene trasportato al fegato dove, attraverso il processo di gluconeogenesi, viene riconvertito in glucosio. Questo glucosio ritorna poi in circolo come fonte di energia per i muscoli, creando un efficiente sistema di riciclo energetico. Questo meccanismo dimostra come il lattato sia in realtà un importante alleato del metabolismo energetico durante l’esercizio fisico intenso come una sessione cardio ad alta intensità.

Acido lattico dolore: Quali sono le cause

Durante l’attività fisica intensa, il nostro corpo produce acido lattico e accumula lattato quando la richiesta energetica supera la capacità del metabolismo aerobico e, come detto, gli ioni idrogeno rilasciati possono causare una temporanea sensazione di bruciore muscolare e affaticamento durante l’esercizio. Vediamo le principali circostanze che portano a questo fenomeno:

  • Esercizio ad alta intensità: attività come sprint, sollevamento pesi o allenamenti intervallati ad alta intensità (HIIT) richiedono energia rapidamente. Quando la domanda energetica supera la capacità del sistema aerobico, il metabolismo anaerobico si intensifica, aumentando la produzione di lattato.
  • Carenza di ossigeno: in condizioni di ridotta disponibilità di ossigeno, come durante esercizi molto intensi o in alta quota, il metabolismo anaerobico diventa predominante, portando a una maggiore produzione di lattato.
  • Esercizio prolungato: negli allenamenti di lunga durata, l’affaticamento può ridurre l’efficienza del metabolismo aerobico, portando a un maggiore utilizzo del sistema anaerobico e quindi a una maggiore produzione di lattato.
  • Livello di allenamento: gli atleti meno allenati tendono a produrre più lattato a parità di intensità di esercizio, poiché il loro sistema aerobico è meno efficiente. Con l’allenamento, il corpo diventa più efficace sia nella produzione che nello smaltimento del lattato.
  • Condizioni patologiche: alcune malattie metaboliche possono alterare i normali processi energetici, causando un’anomala produzione di lattato anche durante sforzi moderati.

È importante sottolineare che l’accumulo di lattato durante l’esercizio è un processo naturale e non dannoso dato che il lattato viene efficacemente riutilizzato come fonte di energia attraverso la sua conversione in glucosio nel fegato. La sensazione di bruciore durante l’esercizio intenso è principalmente dovuta all’acidificazione muscolare causata dagli ioni idrogeno, non dal lattato stesso. Un corretto programma di allenamento, con adeguati periodi di recupero, permette al corpo di gestire efficacemente questi processi metabolici.

Acidosi lattica: Sintomi e differenze con l’acido lattico

Finora abbiamo parlato del lattato come di una molecola naturale e utile, prodotta dai muscoli durante l’esercizio fisico intenso. Esiste però una condizione medica seria chiamata acidosi lattica, che non ha nulla a che vedere con il normale accumulo di lattato durante l’allenamento. L’acidosi lattica si verifica quando specifiche patologie o problemi metabolici impediscono al corpo di gestire correttamente il lattato, portando a un suo accumulo anomalo nel sangue e a una pericolosa riduzione del pH sanguigno. Per capire la differenza: durante un normale allenamento intenso, il corpo produce e gestisce il lattato in modo efficiente, utilizzandolo anche come fonte di energia. Nell’acidosi lattica, invece, questo meccanismo si altera profondamente a causa di problemi di salute specifici, creando una condizione potenzialmente pericolosa che richiede attenzione medica immediata.

Gli specialisti distinguono due tipologie principali di acidosi lattica delle quali la prima, definita di tipo A o da ipossia, è causata da una scarsa ossigenazione dei tessuti. Questa forma si manifesta in condizioni critiche come shock cardiogeno o emorragico, insufficienza respiratoria grave, sepsi severa, avvelenamento da monossido di carbonio o anemia grave. In questi casi, la mancanza di ossigeno nei tessuti porta a un’eccessiva produzione di acido lattico. La seconda tipologia, detta di tipo B, si verifica anche in presenza di una normale ossigenazione tissutale e si suddivide ulteriormente in tre sottocategorie. La forma B1 è associata a malattie come diabete, insufficienza epatica o tumori. La B2 è causata da farmaci e tossine, tra cui la metformina, l’alcol e i salicilati. Infine, la B3 è legata a difetti metabolici congeniti.

I sintomi dell’acidosi lattica sono spesso severi e includono una marcata debolezza muscolare, nausea e vomito persistenti, dolori addominali, respirazione rapida e profonda, confusione mentale e battito cardiaco accelerato e , nei casi più gravi, la condizione può evolvere in shock e insufficienza d’organo (una condizione in cui organi vitali come reni, fegato o cuore non riescono più a funzionare correttamente). Il trattamento dell’acidosi lattica varia in base alla causa scatenante e può includere la correzione dello shock e dell’ipossia, l’interruzione dei farmaci responsabili, la terapia della malattia di base e, in casi selezionati, la somministrazione di bicarbonato. In molti casi è necessario un supporto delle funzioni vitali. È importante sottolineare come l’acidosi lattica sia una condizione medica che richiede intervento immediato, completamente diversa dal normale accumulo di acido lattico durante l’attività fisica e chiunque sospetti di soffrire di acidosi lattica dovrebbe cercare assistenza medica urgente, poiché una diagnosi e un trattamento tempestivi sono essenziali per prevenire complicazioni gravi.

Acido Lattico gambe e corpo: Come smaltirlo

Durante l’esercizio intenso, come abbiamo visto il nostro corpo produce lattato come parte del processo energetico anaerobico. Gli studi mostrano che la concentrazione di lattato nel sangue raggiunge il suo picco circa 3 minuti dopo l’esercizio intenso. Sebbene il lattato non sia la causa del dolore muscolare post-allenamento, monitorare e comprendere il suo metabolismo può aiutarci a ottimizzare l’allenamento. La ricerca ha dimostrato che l’attività leggera dopo un allenamento intenso (come una camminata tranquilla o cyclette a bassa intensità) mantiene più efficiente il metabolismo del lattato rispetto al riposo completo. Questo “recupero attivo” permette al corpo di riutilizzare più rapidamente il lattato come fonte energetica attraverso la sua conversione in glucosio nel fegato. L’idratazione supporta tutti i processi metabolici, inclusa la gestione del lattato: bere acqua regolarmente prima, durante e dopo l’allenamento aiuta a mantenere efficienti le funzioni dell’organismo.
I massaggi (come quelli realizzati con il foam roller), sebbene non influenzino direttamente il metabolismo del lattato, possono essere utili per il rilassamento muscolare generale mentre il riposo rimane comunque fondamentale per permettere il completo recupero dei tessuti muscolari. La chiave è comprendere che il lattato non è un “nemico” da eliminare, ma parte integrante del nostro metabolismo energetico durante l’esercizio.

Acido Lattico gambe e corpo: Come smaltirlo

Acido Lattico: Rimedi

Durante l’attività fisica intensa, la produzione di lattato è un processo naturale del nostro metabolismo energetico e come già detto la sensazione di bruciore muscolare durante l’esercizio è legata all’acidificazione causata dagli ioni idrogeno, non dal lattato stesso. Ecco alcune strategie scientificamente validate per ottimizzare il recupero muscolare:

  • Alimentazione post-allenamento: consumare un pasto che combina carboidrati e proteine entro 30-60 minuti dopo l’allenamento aiuta a rifornire le scorte di glicogeno e supporta il recupero muscolare. Esempi pratici includono un frullato proteico con proteine in polvere o un panino con tacchino.
  • Gestione dell’intensità: aumentare gradualmente l’intensità dell’allenamento permette al corpo di sviluppare una migliore capacità di gestire il metabolismo anaerobico. Gli atleti allenati producono meno lattato a parità di intensità di esercizio.
  • Idratazione e alimentazione: mantenere una buona idratazione e un’alimentazione equilibrata supporta tutti i processi metabolici. Il bicarbonato naturalmente presente nel corpo aiuta a mantenere l’equilibrio acido-base durante l’esercizio.
  • Tecniche di rilassamento: pratiche come lo yoga possono aiutare a ridurre la tensione muscolare generale e migliorare la circolazione, contribuendo al benessere complessivo post-allenamento.

È importante notare che alcune pratiche tradizionalmente associate alla ‘rimozione dell’acido lattico’, come massaggi, bagni di contrasto, elettrostimolazione o tecniche di meditazione, non hanno un supporto scientifico diretto per quanto riguarda il metabolismo del lattato. Queste pratiche possono comunque avere altri benefici per il recupero generale e il benessere dell’atleta, ma non dovrebbero essere associate specificamente per il loro effetto sul lattato.

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FAQ Domande frequenti sull’acido lattico

Che cos’è l’acido lattico e come si trasforma in lattato?
Durante l’esercizio intenso, il nostro corpo produce acido lattico che si dissocia immediatamente in lattato e ioni idrogeno. Questo processo è parte del metabolismo anaerobico, che il corpo utilizza per generare energia rapidamente quando l’ossigeno è limitato.
Perché si parla sempre di acido lattico quando in realtà è lattato?
È un’imprecisione comune. Nel nostro corpo, l’acido lattico esiste solo per un istante prima di dissociarsi in lattato (C₃H₅O₃⁻) e ioni idrogeno (H⁺). Quello che misuriamo nei muscoli e nel sangue è sempre il lattato.
Cosa causa il bruciore muscolare durante l’esercizio intenso?
La sensazione di bruciore durante l’esercizio intenso è causata principalmente dall’accumulo di ioni idrogeno che acidificano il muscolo, non dal lattato stesso. Il dolore muscolare che si verifica giorni dopo l’esercizio (DOMS) è invece dovuto a microlesioni muscolari e processi infiammatori.
Come si può migliorare la gestione del lattato durante l’esercizio?
Il modo più efficace è migliorare gradualmente la propria condizione fisica. Gli atleti allenati producono meno lattato a parità di intensità e lo gestiscono più efficacemente. È utile anche fare un riscaldamento adeguato e includere periodi di recupero durante gli allenamenti intensi.
Il recupero attivo è davvero più efficace del riposo completo?
Sì, la ricerca dimostra che un’attività leggera dopo l’esercizio intenso (come camminata o cyclette a bassa intensità) mantiene più efficiente il metabolismo del lattato rispetto al riposo completo. Tuttavia, entrambe le strategie sono valide e la scelta dipende dalle esigenze individuali.
Il lattato è dannoso per le prestazioni?
No, il lattato è un importante metabolita energetico che può essere riutilizzato come fonte di energia. La ricerca recente suggerisce che possa addirittura avere effetti benefici sulla performance. L’idea che sia dannoso è un mito obsoleto.

Il lattato è un componente cruciale del metabolismo energetico durante l’esercizio fisico, specialmente in condizioni anaerobiche. La ricerca scientifica ha sfatato molti miti: non è la causa del dolore muscolare post-allenamento e non è un “prodotto di scarto” da smaltire, ma una preziosa molecola che può essere riutilizzata come fonte energetica. Il metabolismo del lattato è parte integrante dell’adattamento all’esercizio fisico: gli atleti allenati non solo ne producono meno a parità di intensità, ma lo gestiscono anche più efficacemente. Pratiche come il recupero attivo a bassa intensità, un’adeguata idratazione e una nutrizione bilanciata supportano i naturali processi metabolici del corpo, contribuendo a migliorare sia la performance sportiva che il recupero post-allenamento. Comprendere correttamente il ruolo del lattato permette di superare vecchi preconcetti e di concentrarsi su strategie di allenamento basate sull’evidenza scientifica, ottimizzando così la propria esperienza con l’attività fisica.


Fonti utilizzate
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16573355/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/3049511/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/8833711/

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